Tetti in legno

“Quando Riparare un Tetto in Legno: Controlli e Segnali di Allarme”

Il 73% dei tetti in legno in Lombardia presenta danni strutturali dopo 25 anni, ma solo il 12% dei proprietari se ne accorge in tempo. Il costo medio di un rifacimento completo? Oltre 20.000 euro. Il costo di un controllo preventivo? Zero.

Quel leggero scricchiolio quando piove, quella piccola macchia sul soffitto, quei granelli di segatura sotto una trave… potrebbero essere i primi segnali che il tuo tetto in legno sta chiedendo aiuto. Nel clima lombardo, caratterizzato da umidità elevata e forti escursioni termiche, ignorare questi segnali può trasformare una riparazione da 2.000 euro in un rifacimento da 25.000.

In questa guida scoprirai esattamente quando e come intervenire per proteggere il tuo investimento e la sicurezza della tua famiglia.

La struttura e la funzione di un tetto in legno

Per ogni tipo di copertura, sappiamo che la funzione è quella di sostenere altri rivestimenti. Così, un tetto di legno può essere la base per la posa di tegole, cemento, ardesia, persino dei tetti in paglia o tetti verdi che stanno tornando di tendenza negli ultimi anni.

Questa combinazione è la base, da secoli, perché la struttura del tetto assolva alla sua funzione, ossia di proteggere la casa dagli eventi atmosferici come pioggia, vento, neve o sole cocente, umidità e infiltrazioni. Inoltre, sappiamo che lo spazio interno del tetto può diventare anche un alloggio per l’edificio, sia dal progetto originale del sottotetto o tramite un adattamento successivo per trasformare un sottotetto in un tetto mansardato.

Realizzare una copertura lignea è sempre stata un’arte, quando questo materiale è quasi l’unico disponibile e affidabile localmente in molti paesi. Parliamo di affidabilità perché sappiamo quanti anni dura un tetto in legno! Può arrivare anche a 50 anni con la giusta manutenzione, prima che siano necessari riparazioni o interventi di rifacimento del tetto. Per non trascurare le azioni dovute e capire quando arriva quel momento, bisogna conoscere meglio la struttura e le sue caratteristiche.

Come capire se un tetto in legno è da rifare?

Quando si valuta una copertura, è importante partire dall’ispezione completa di questa parte dell’edificio. Si parte da un controllo interno ed esterno del tetto per comprendere la disposizione, la forma strutturale, le sue condizioni generali.

  • Valutazione della planimetria del tetto, per individuare i vari elementi da ispezionare.
  • Una prima analisi verifica se ci siano eventuali rischi per la salute e la sicurezza, derivanti dalla situazione del tetto – e anche per chi esegue i controlli, dato che potrebbe trattarsi di un tetto pericolante.
  • In particolare, per gli interni del tetto mansardato con pavimento e soffitto, bisogna determinare quanto è sicuro camminarci sopra o se presenta dei rischi.
  • Valutazione degli eventuali difetti strutturali come flessioni, rigonfiamenti o forse cedimenti. Perché esistono elementi ed aree del tetto più vulnerabili, dov’è probabile che l’acqua rimanga intrappolata; come le grondaie e i monconi esposti ad intemperie, sole e pioggia.
  • Devono essere controllate anche le pareti o la struttura che sostiene il tetto. Queste zone potrebbero essere state influenzate dalle cattive prestazioni isolanti della copertura. Oppure, potrebbero essere loro ad influenzare la stabilità del tetto tramite cedimenti o difetti strutturali.
  • Una parte dell’analisi deve essere dedicata all’orientamento del tetto in relazione agli eventi meteorologici abituali e alla forma della copertura (a falde, piana, etc.).

Sarà fondamentale affidarsi a degli esperti nella ristrutturazione tetto ed evitare assolutamente il fai-da-te.

Rinforzare la struttura per i carichi del tetto

Passando alla valutazione più dettagliata, è utile stabilire come vengono trasferiti i carichi applicati al tetto, alle pareti o alla struttura sottostante.

Dal punto di vista del carico sappiamo quanto pesa un tetto in legno, che sicuramente più leggero rispetto ad altri materiali. Di regola, il peso di un tetto in legno è di kg 500-600 al metro cubo, con punte alte per le essenze come acacia, quercia o leccio.

Nel tempo, però, la sua capacità potrebbe non rimanere la stessa. Per esempio, alcuni tetti in legno presentano una struttura non spingente mentre altri tetti a falda tendono a spingere verso l’esterno. Questo può essere causato dal peso di coperture del tetto, finiture, carichi imposti, carichi di neve e vento.

In tal caso, la spinta dovrà essere rinforzata tramite un intervento sulla struttura del tetto, magari con l’introduzione di tiranti di legno o di acciaio su ogni trave attraverso l’edificio, a livello della gronda. I tiranti possono essere anche abbinati all’uso di capriate alternate o prevedere altre soluzioni per rialzare il solaio o stabilizzare il tetto.

In altre circostanze il tetto indirizza i carichi maggiori alla struttura sottostante, mentre in altre ancora distribuirà il carico in modo più uniforme lungo la linea del muro. Un tipo di intervento, inoltre, potrebbe prevedere solo spesse murature o muri rinforzati, per sostenere il tetto in alto.

Il controllo delle travi e di altri elementi

Andando più a fondo, la valutazione delle condizioni del tetto dovrà includere il controllo di questi elementi dal punto di vista dell’integrità.

  1. Possono esserci problemi dovuti a flessioni, fratture o spaccature.
  2. Potrebbero essere presenti aree di degrado, sia per infiltrazioni d’acqua o attacchi delle tarme che bucano il legno – se non una combinazione di entrambi i problemi.
  3. A volte, l’uso di legname di scarsa qualità potrebbe indebolire le travi o le loro vecchie giunzioni.
  4. Nei tetti in legno storici, qualche volta le travi sono state posate in modo che siano più larghe che profonde. Il che può portare a flessioni e deformazioni, che dal punto di vista strutturale provocano rischi anche nei rivestimenti di tegole.
  5. Sarà fondamentale analizzare le possibili deformazioni e i “movimenti” del tetto e della struttura di supporto, per capire se sono in un normale processo di questo materiale oppure se hanno bisogno di riparazione.
  6. Anche gli altri elementi strutturali principali devono essere controllati per individuare eventuali difetti e flessioni (arcarecci, capriate, travetti, travi di collegamento, etc.).
  7. Potrebbero verificarsi delle aperture dei giunti, delle rotture in alcune parti dove si incontrano gli elementi dei tetti in legno e le pareti.
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“Confronto tra castagno, rovere e abete per tetti in legno nel clima lombardo”

Il degrado del legname

Tornando alla questione del deperimento di questo materiale, molto dipende sia dal tipo di legname sia dall’età del tetto in questione.

Di solito, i tetti in legno antichi presentano strutture in quercia, mentre quelli moderni sono realizzati con legni più teneri come il pino oppure essenze di abete rosso, rovere, castagno, larice.

Ricordiamo che, quando è possibile, è bene selezionare il legno per la costruzione o il rifacimento del tetto in base alle sue caratteristiche di reazione agli agenti atmosferici. Ad esempio, il castagno è prediletto come legno che resiste all’umidità e all’attacco degli insetti, quindi viene apprezzato nei climi umidi. Anche un tetto in legno di rovere sarà ideale per esempio nel clima lombardo, freddo e piovoso. Al contrario, un tetto in abete sarà ideale in una zona a clima temperato.

Le varianti delle proprietà di questi tronchi sono da valutare per capire a che grado di degrado si trova il legno del tetto. Perché i diversi legnami hanno caratteristiche strutturali e una resilienza diverse rispetto al decadimento o all’attacco degli insetti.

Per l’indagine si possono usare anche degli strumenti che registrano la densità del legname, identificando le zone di degrado nascoste, per distinguere tra aree sane e marce.

Riparazioni e modifiche del tetto ligneo

Una volta che sono stati individuati dei difetti strutturali o problemi di isolamento, saranno necessarie delle azioni per la riparazione della copertura.

Bisogna valutare sempre le modifiche, perché influiscono sulle prestazioni della struttura esistente. Un tetto realizzato in legno va riparato seguendo il metodo più appropriato per i lavori a livello tecnico, valutando bene la fattibilità, il costo e le direttive nel caso di un edificio soggetto a vincolo storico-architettonico o paesaggistico.

Al di là dei singoli casi, il progetto architettonico e di riparazione dei tetti in legno deve essere predisposto con la massima attenzione. I tetti in legno inclinati dovranno essere studiati nella loro struttura fin nei dettagli, che spesso differiscono in base al progetto originale.

Soprattutto per i tetti storici, che presentano forme e stili diversi e spesso non comuni, oltre a diversi tipi di legname per le travi, da conoscere nelle loro caratteristiche. In molte opere di copertura italiane storiche, ad esempio, a livello locale lo schema cambia la disposizione delle capriate, dei travetti e legnami orizzontali, degli arcarecci e delle travi – che a volte sono le componenti strutturali primarie.

Quanto costa demolire e rifare un tetto?

Quando ci si chiede il prezzo di un intervento del genere, in realtà ci si dovrebbe concentrare sulla possibilità di non abbattere la struttura ma di restaurarla o risanarla. Perché ogni elemento decaduto si può sostituire ma si può anche restaurare o rinforzare applicando degli elementi aggiuntivi, che possono essere in legno o in acciaio.

A volte si inserisce nuovo legname o legni di supporto, magari di rovere resistente, per travi deviate che necessitano di una nuova capacità strutturale.
In alcune situazioni è richiesto un approccio che combina nuovo legname e acciaio inossidabile. Molto più raramente il rifacimento dei tetti in legno si effettuano su quelli in condizioni fortemente degradate. Se la copertura richiede un intervento più importante è bene avviare azioni drastiche e, come suggerito dalla domanda iniziale, pensare di demolire e rifare il tetto!

Altrimenti, la copertura sarà sempre in uno stato di precario equilibrio, estremamente vulnerabile al crollo.
In definitiva, quando si valutano i tetti lignei, è determinante assicurarsi che vi sia una chiara comprensione della forma, delle condizioni e dei difetti presenti. Ciò consentirà di predisporre un sistema efficiente per i lavori richiesti di riparazione.

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“Aree di intervento per riparazione tetti in legno: Milano, Como, Lecco, Varese, Monza Brianza”

Domande Frequenti sui Tetti in Legno- FAQ

Quanto costa riparare un tetto in legno in Lombardia?

Il costo per riparare un tetto in legno varia da 80 a 200 euro al metro quadro, a seconda del tipo di intervento necessario. Per una riparazione parziale di travi danneggiate si parte da 1.500-3.000 euro, mentre per un rifacimento completo della struttura i costi possono raggiungere i 15.000-25.000 euro per una abitazione media. A Milano e provincia i prezzi tendono ad essere del 10-15% più alti rispetto alle altre zone della Lombardia.

Fattori che influenzano il prezzo:

  • Tipologia di legname (rovere, castagno, abete)
  • Estensione del danno strutturale
  • Accessibilità del tetto
  • Necessità di rinforzi strutturali

Ogni quanto tempo va controllato un tetto in legno?

Un tetto in legno dovrebbe essere ispezionato almeno una volta all’anno, preferibilmente in primavera dopo l’inverno lombardo. Nel nostro clima, caratterizzato da umidità elevata e escursioni termiche, consigliamo controlli più frequenti:

  • Controllo annuale completo (primavera)
  • Ispezione visiva semestrale (autunno)
  • Verifica post-eventi atmosferici estremi (grandinate, forti nevicate)

I tetti oltre i 20 anni necessitano di controlli professionali ogni 6 mesi per prevenire problemi strutturali.

Quali sono i primi segnali che il tetto in legno ha bisogno di riparazione?

I segnali di allarme più comuni che indicano la necessità di intervento immediato sono:

All’interno:

  • Macchie di umidità sul soffitto
  • Odore di muffa persistente
  • Travi visibilmente piegate o crepate
  • Presenza di segatura (tarli del legno)

All’esterno:

  • Tegole spostate o mancanti
  • Grondaie che cedono
  • Muschio eccessivo sulla copertura
  • Deformazioni visibili della linea del tetto

Attenzione: Se noti uno di questi segnali, contatta subito un professionista. In Lombardia, con l’umidità tipica della Pianura Padana, i problemi possono aggravarsi rapidamente.

Quando conviene riparare e quando è meglio rifare completamente il tetto?

RIPARAZIONE conviene quando:

  • Il danno interessa meno del 30% della struttura
  • Le travi principali sono ancora integre
  • Il tetto ha meno di 40 anni
  • Il budget disponibile è limitato (sotto i 10.000 euro)

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Nel clima lombardo, umidità e sbalzi termici possono danneggiare la struttura senza che te ne accorga. Un controllo professionale può evitarti costi imprevisti di migliaia di euro.

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RIFACIMENTO COMPLETO è necessario quando:

  • Più del 50% delle travi presenta degrado avanzato
  • La struttura portante è compromessa
  • Ci sono cedimenti strutturali evidenti
  • Il tetto supera i 50 anni senza manutenzioni

Nel clima lombardo, un tetto ben mantenuto può durare fino a 60 anni, ma la mancanza di manutenzione può ridurre drasticamente questa durata.

Quanto dura un tetto in legno ben mantenuto?

Un tetto in legno di qualità, ben progettato e mantenuto regolarmente, può durare 50-80 anni. La durata dipende da:

Tipo di legname:

  • Rovere e castagno: 60-80 anni (ideali per il clima lombardo)
  • Abete e larice: 40-60 anni
  • Pino: 30-50 anni

Fattori che influenzano la durata:

  • Qualità del legno utilizzato
  • Regolarità della manutenzione
  • Esposizione agli agenti atmosferici
  • Ventilazione del sottotetto

In Lombardia, dove umidità e sbalzi termici sono frequenti, la manutenzione preventiva può estendere la vita del tetto di 15-20 anni.

I tetti in legno resistono bene al clima lombardo?

Sì, se progettati correttamente per il nostro clima. La Lombardia presenta sfide specifiche:

Vantaggi dei tetti in legno in Lombardia:

  • Ottimo isolamento termico (importante per il freddo invernale)
  • Flessibilità strutturale (resiste ai movimenti termici)
  • Traspirabilità naturale

Accorgimenti necessari:

  • Scelta di essenze resistenti all’umidità (castagno, rovere)
  • Trattamenti protettivi specifici
  • Ventilazione adeguata del sottotetto
  • Impermeabilizzazione professionale

Il rovere è particolarmente indicato per il clima lombardo grazie alla sua resistenza naturale all’umidità.

Cosa include un controllo professionale del tetto in legno?

Un controllo professionale completo include:

Ispezione esterna:

  • Verifica integrità tegole e manto di copertura
  • Controllo grondaie e sistema di scarico
  • Analisi della geometria del tetto

Ispezione interna:

  • Verifica strutturale di travi e travetti
  • Controllo giunzioni e collegamenti
  • Test della resistenza del legname
  • Analisi presenza di insetti xilofagi

Strumentazione specializzata:

  • Resistografo per densità del legno
  • Igrometro per umidità
  • Endoscopio per aree nascoste

Documentazione:

  • Relazione tecnica dettagliata
  • Preventivo per eventuali interventi
  • Piano di manutenzione personalizzato

È possibile riparare un tetto in legno in inverno?

Sì, ma con limitazioni. In Lombardia è possibile effettuare riparazioni anche nei mesi invernali, ma bisogna considerare:

Interventi possibili in inverno:

  • Riparazioni urgenti per infiltrazioni
  • Sostituzione di singole travi
  • Rinforzi strutturali interni

Limitazioni:

  • Condizioni meteo avverse
  • Tempi di asciugatura più lunghi
  • Costi maggiorati del 15-20%
  • Difficoltà di accesso con neve/ghiaccio

Consiglio: Programma la manutenzione ordinaria in primavera-estate, riserva l’inverno solo per emergenze.

Come capire se le travi del tetto sono mangiate dai tarli?

I segnali inequivocabili della presenza di tarli nelle travi sono:

Segnali visivi:

  • Piccoli fori rotondi (1-2mm) sulla superficie del legno
  • Segatura fine (rosume) sotto le travi
  • Gallerie visibili nel legno esposto
  • Legno che si sbriciola al tatto

Segnali sonori:

  • Rumore di rosicchiamento nelle ore serali (specialmente in estate)
  • Ticchettio regolare proveniente dalle travi

Test del punteruolo: Se infilando un punteruolo nel legno penetra facilmente per più di 2cm, la trave è compromessa.

Nel clima lombardo, i tarli sono più attivi tra maggio e settembre. Un intervento tempestivo può salvare la struttura con trattamenti specifici anziché sostituzioni costose.

Tetto in legno: meglio abete, rovere o castagno per la Lombardia?

Per il clima lombardo, la classifica è:

CASTAGNO (prima scelta)

  • Resistenza naturale all’umidità
  • Durata: 70-80 anni
  • Ideale per zone lacustri (Como, Lecco)

ROVERE (ottima alternativa)

  • Resistenza meccanica superiore
  • Durata: 60-70 anni
  • Perfetto per zone urbane (Milano)

ABETE ROSSO (economico)

  • Buon isolamento termico
  • Durata: 40-50 anni (se trattato)
  • Necessita trattamenti protettivi

Da evitare: Pino silvestre (troppo resinoso per l’umidità lombarda)

Posso installare pannelli solari su un tetto in legno vecchio?

Dipende dalle condizioni strutturali. Prima dell’installazione serve:

Verifica obbligatoria:

  • Test di carico delle travi (pannelli = 15-20 kg/m²)
  • Controllo età struttura (max 40 anni senza rinforzi)
  • Analisi geometria tetto (pendenza ideale 30-35°)

Rinforzi spesso necessari:

  • Controventature aggiuntive
  • Rinforzo punti di ancoraggio
  • Verifica sistema di ventilazione

Costo aggiuntivo rinforzi: 2.000-5.000 euro

Consiglio: In Lombardia, il fotovoltaico su tetto legno è conveniente se la struttura ha meno di 30 anni. Oltre, valuta il rifacimento completo con predisposizione solare.

Il tetto in legno può crollare improvvisamente?

Raramente crolla all’improvviso, ma ci sono segnali premonitori da non ignorare:

Segnali di pericolo imminente:

  • Cedimento visibile della linea di colmo
  • Crepe larghe nelle travi principali (>5mm)
  • Distacco tra tetto e pareti
  • Scricchiolii continui anche senza vento

Fattori di rischio in Lombardia:

  • Nevicate abbondanti (carico fino a 200 kg/m²)
  • Tetti oltre 50 anni senza manutenzione
  • Infiltrazioni d’acqua prolungate
  • Attacchi massicci di tarli

Cosa fare in caso di pericolo:

  1. Evacuare immediatamente i locali sottostanti
  2. Chiamare tecnico strutturista
  3. Puntellare se necessario
  4. Non rimandare l’intervento

Quanto tempo ci vuole per riparare un tetto in legno?

I tempi variano in base al tipo di intervento:

Riparazione parziale (1-3 travi):

  • Durata: 2-5 giorni lavorativi
  • Meteo permettendo
  • Casa abitabile durante i lavori

Rifacimento parziale (30-50% struttura):

  • Durata: 1-2 settimane
  • Necessario trasferimento temporaneo
  • Dipende da stagione

Rifacimento completo:

  • Durata: 3-6 settimane
  • Include demolizione, ricostruzione, impermeabilizzazione
  • Pianificare trasferimento prolungato

Fattori che influenzano i tempi:

  • Condizioni meteo (in Lombardia cruciale)
  • Accessibilità del cantiere
  • Disponibilità materiali
  • Complessità della copertura

Periodo migliore: Maggio-Settembre per lavori importanti.

Posso detrarre fiscalmente la riparazione del tetto in legno?

Sì, diverse detrazioni sono disponibili:

BONUS CASA 50% (ordinaria manutenzione)

  • Riparazioni semplici
  • Sostituzione travi singole
  • Massimo: 96.000 euro

I tetti in legno fanno rumore quando piove?

Dipende dalla struttura e dall’isolamento:

Tetti rumorosi:

  • Struttura leggera senza isolamento
  • Copertura in lamiera
  • Sottotetto vuoto non coibentato

Tetti silenziosi:

  • Isolamento termoacustico adeguato (10-15cm)
  • Copertura in tegole
  • Doppia orditura con camera d’aria

Soluzioni per ridurre il rumore:

  • Isolamento in fibra di legno (naturale e performante)
  • Controventatura incrociata (smorzamento vibrazioni)
  • Membrana antirombo sotto le tegole

Nel clima lombardo, con piogge frequenti, un buon isolamento acustico è fondamentale per il comfort abitativo.

Cosa succede se non riparo subito un tetto in legno danneggiato?

Il degrado accelera esponenzialmente:

Primo mese:

  • Infiltrazioni d’acqua localizzate
  • Inizio deterioramento legno
  • Danni reversibili

Primi 6 mesi:

  • Muffa e marciume diffuso
  • Indebolimento strutturale
  • Costi di riparazione raddoppiati

Dopo 1 anno:

  • Compromissione travi portanti
  • Possibili cedimenti
  • Rifacimento spesso inevitabile

In Lombardia il rischio è maggiore per:

  • Umidità costante autunno-inverno
  • Cicli gelo-disgelo
  • Piogge battenti primaverili

Esempio concreto: Una piccola infiltrazione da 500€ di riparazione può diventare un rifacimento da 15.000€ in 18 mesi.

La regola: Ogni mese di ritardo aumenta i costi del 10-15%.

Conviene assicurare un tetto in legno?

Assolutamente sì, soprattutto in Lombardia:

Rischi coperti dalle assicurazioni:

  • Danni atmosferici (grandine, vento forte)
  • Neve abbondante (frequente in Lombardia)
  • Incendio (legno = maggior rischio)
  • Caduta alberi

Polizze consigliate:

  • Multirischi abitazione con clausola tetto
  • Assicurazione catastrofi naturali
  • Polizza decennale postuma (per lavori recenti)

Costi indicativi:

  • 200-400 euro/anno per casa tipo
  • Franchigia: 500-1.000 euro
  • Massimale: 50.000-100.000 euro

Attenzione: Molte polizze escludono danni da mancata manutenzione. Documenta sempre i controlli periodici.

 

Devi riparare il tetto in legno?

Contattaci se hai necessità di avviare una manutenzione del tetto, un rifacimento della copertura esistente oppure desideri crearne una nuova con legname di alta qualità.

La nostra impresa è specializzata nella realizzazione e riparazione di tetti in legno in Lombardia, particolarmente nelle province di Milano, Como, Lecco, Varese, Monza Brianza.

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Tetti in legno

 

Glossario Tecnico Tetti in Legno

️ ELEMENTI STRUTTURALI

ARCARECCI

Travi orizzontali disposte parallelamente alla gronda che collegano i puntoni e sostengono l’assito. Nel clima lombardo, gli arcarecci devono essere dimensionati per sopportare carichi di neve fino a 200 kg/m².

ASSITO

Tavolato di legno posto sopra l’orditura che costituisce il piano di posa per il manto di copertura. Spessore tipico: 25-40mm. Essenze consigliate per la Lombardia: abete rosso, larice.

CAPRIATA

Struttura triangolare portante composta da puntoni, catena e monaco. La capriata lombarda tradizionale presenta angoli di 30-35° ottimali per neve e pioggia della regione.

CATENA

Trave orizzontale alla base della capriata che collega i piedi dei puntoni impedendo loro di spingere verso l’esterno. Fondamentale per la stabilità strutturale.

COLMO/COLMIGNO

Elemento orizzontale posto alla sommità del tetto dove si incontrano le due falde. Punto critico per infiltrazioni, richiede particolare attenzione nel clima umido lombardo.

DORMIENTE

Trave di legno posta orizzontalmente sui muri perimetrali per distribuire il carico della copertura. Deve essere trattata contro l’umidità di risalita.

FALDA

Superficie inclinata del tetto delimitata da gronda, displuvio e compluvio. Pendenza minima in Lombardia: 25% per tegole, 35% per coppi.

GRONDA

Bordo inferiore della falda da cui defluisce l’acqua piovana. Include canali di gronda e pluviali, elementi critici per il drenaggio nelle piogge lombarde.

MONACO/OMETTO

Elemento verticale centrale della capriata che collega il colmo alla catena. Evita l’inflessione della catena sotto carichi elevati.

ORDITURA

Insieme degli elementi strutturali lignei che costituiscono lo scheletro del tetto. Si distingue in grossa orditura (capriate, travi principali) e piccola orditura (arcarecci, listelli).

PUNTONE

Trave inclinata che segue la pendenza della falda e costituisce l’elemento portante principale della copertura.

SAETTE

Elementi diagonali di rinforzo della capriata che collegano i puntoni al monaco. Indispensabili per luci superiori a 6 metri.


ELEMENTI DI FISSAGGIO E RINFORZO

BULLONI PASSANTI

Elementi di collegamento metallici che attraversano completamente la sezione lignea. Utilizzati per giunzioni critiche, devono essere in acciaio zincato per resistere all’umidità lombarda.

CHIODI A GAMBO RIGATO

Chiodi con scanalature che aumentano la tenuta nel legno. Lunghezza minima: 2,5 volte lo spessore dell’elemento da fissare.

PIASTRE METALLICHE

Elementi di rinforzo e collegamento in acciaio zincato. Forma e dimensioni secondo calcolo strutturale specifico.

STAFFA A U

Elemento metallico di collegamento tra travi perpendicolari. Evita movimenti laterali e rotazioni delle travi.

TIRANTI

Elementi in acciaio o legno che contrastano le spinte orizzontali della copertura. Fondamentali nei tetti a falde per evitare deformazioni dei muri.


IMPERMEABILIZZAZIONE E ISOLAMENTO

BARRIERA AL VAPORE

Membrana che impedisce la migrazione del vapore acqueo dall’interno verso l’esterno. Posizionata sul lato caldo dell’isolamento.

GUAINA IMPERMEABILIZZANTE

Membrana sottotegola che protegge da infiltrazioni d’acqua e neve ventata. Essenziale nel clima lombardo per tegole porose o danneggiate.

ISOLAMENTO TERMICO

Strato di materiale isolante (lana di roccia, fibra di legno, poliuretano) che riduce le dispersioni termiche. Spessore minimo in Lombardia: 12-15 cm.

MEMBRANA TRASPIRANTE

Barriera che blocca l’acqua ma lascia passare il vapore acqueo. Previene condense interstiziali mantenendo il legno asciutto.

TELO SOTTOTEGOLA

Membrana protettiva posata sull’assito prima della posa del manto. Drainage e protezione da infiltrazioni.


TIPOLOGIE DI MANTO

COPPI

Elementi di copertura in laterizio di forma curva. Tradizionali nelle zone collinari lombarde, richiedono pendenza minima 35%.

LOSE DI PIETRA

Lastre di pietra naturale (ardesia, beola) tipiche delle zone alpine lombarde. Durata secolare ma peso elevato.

SCANDOLE

Elementi di copertura in legno a forma di squama. Tradizionali nelle valli alpine, richiedono manutenzione periodica.

TEGOLE CANADESI

Tegole bituminose leggere e facili da posare. Buon rapporto qualità/prezzo per climi continentali come quello lombardo.

TEGOLE IN LATERIZIO

Elementi di copertura in argilla cotta. Forma marsigliese o portoghese, ottime per il clima lombardo.


️ SISTEMA DI SCARICO ACQUE

CANALE DI GRONDA

Elemento di raccolta delle acque meteoriche posto al bordo della falda. Dimensionamento secondo intensità pluviometrica lombarda.

CONVERSE/COMPLUVI

Canali di raccolta posti negli avvallamenti tra due falde convergenti. Punti critici per infiltrazioni.

PLUVIALE/DISCESA

Tubo verticale che convoglia l’acqua dal canale di gronda al suolo o alla fognatura. Diametro minimo: 80mm.

SFIATATOIO

Elemento che permette l’aerazione dello spazio sottotetto. Essenziale per evitare condense nel clima umido lombardo.


PATOLOGIE E DEGRADO

IMBARCAMENTO

Deformazione convessa delle tavole dell’assito causata da variazioni di umidità. Comune nel clima lombardo con forti escursioni termo-igrometriche.

MARCIUME

Degrado del legno causato da funghi in presenza di umidità superiore al 20%. Porta al deterioramento delle proprietà meccaniche.

ROSUME

Segatura prodotta dai tarli durante la loro attività xilofaga. Segnale inequivocabile di infestazione in atto.

SPACCATURE RADIALI

Fessurazioni che seguono i raggi del tronco causate dall’essiccazione. Riducono la resistenza meccanica della trave.

TARLI (ANOBIDI)

Insetti xilofagi che scavano gallerie nel legno. Attivi in primavera-estate, proliferano nell’umidità tipica lombarda.


CONTROLLI E DIAGNOSI

BATTITURA CON MARTELLO

Test che rileva cavità interne nel legno attraverso il suono. Suono sordo indica presenza di vuoti o degrado.

PROVA PENETROMETRICA

Test con punteruolo per verificare la resistenza superficiale del legno. Penetrazione facile oltre 2cm indica degrado avanzato.

RESISTOGRAFO

Strumento che misura la resistenza alla perforazione del legno. Fornisce profilo di densità e individua cavità interne.

RILEVAZIONE IGROMETRICA

Misurazione del contenuto di umidità del legno. Valori superiori al 20% indicano rischio di marcescenza.


INTERVENTI DI RIPARAZIONE

CONSOLIDAMENTO

Intervento di rinforzo di elementi strutturali degradati mediante resine epossidiche o elementi metallici.

PROTESI LIGNEA

Sostituzione parziale di una trave mediante innesto di nuovo legno. Tecnica conservativa per elementi storici.

RICARICO

Aumento della sezione resistente di una trave mediante affiancamento di nuovo legno.

RINFORZO CON PIATTI METALLICI

Consolidamento strutturale mediante elementi in acciaio bullonati o incollati al legno.

SISTERING

Tecnica di rinforzo che prevede l’affiancamento di una nuova trave a quella esistente.


TIPOLOGIE DI LEGNAME

ABETE ROSSO (Picea abies)

Conifera tipica delle Alpi lombarde. Legno leggero, buon isolante termico, richiede trattamento preservante.

CASTAGNO (Castanea sativa)

Latifoglia resistente naturalmente a umidità e insetti. Ideale per il clima lombardo, durata 70-80 anni.

LARICE (Larix decidua)

Conifera con alta resistenza meccanica e durabilità naturale. Ottima per strutture portanti in ambiente montano.

ROVERE (Quercus petraea)

Latifoglia di elevata resistenza meccanica e durabilità. Tradizionale nei tetti storici lombardi.


NORMATIVE E CALCOLI

CLASSE DI RESISTENZA

Classificazione del legno strutturale secondo resistenza (C14, C18, C24, etc.). Determinante per il calcolo strutturale.

EUROCODICE 5

Normativa europea per il calcolo delle strutture in legno. Riferimento per progettazione e verifica.

NORME TECNICHE COSTRUZIONI (NTC)

Normativa italiana per la progettazione strutturale. Obbligatoria per tutti gli interventi su coperture.

PESO PROPRIO

Carico permanente della struttura. Legno: 400-600 kg/m³ secondo specie ed umidità.