Tetto a norma UNI 9460:2008 per coperture discontinue

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Le direttive che riguardano la realizzazione di tetti e coperture sono varie, data la materia importante a livello di sicurezza edilizia.

Tra queste, la norma UNI 9460:2008 si occupa di “Coperture discontinue – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione di coperture realizzate con tegole di laterizio o calcestruzzo”. Rappresenta un documento essenziale per disciplinare la realizzazione del manto edilizio quando si utilizzano le tegole.
Vediamo meglio come si allinea questa normativa alle nuove disposizioni UNI – che definiscono metodi e prodotti in questo ambito.

La UNI 9460:2008 e le coperture con tegole

La nuova edizione di questa normativa (UNI 9460:2008) è stata elaborata da un’apposita Commissione Centrale Tecnica UNI/CT 033 denominata  “Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio”.

È dedicata alle cosiddette coperture discontinue, e indica delle soluzioni costruttive: criteri di progettazione, di esecuzione e di manutenzione delle coperture discontinue. Il presupposto è che in queste coperture l’elemento di tenuta sia costituito da tegole di laterizio o calcestruzzo.

Per puntualizzare il campo d’azione della normativa, il tetto a norma UNI 9460:2008 per coperture discontinue è quello che possiede determinati requisiti, già affrontati nella direttiva europea

89/106/CEE.

I requisiti della copertura discontinua

Nella descrizione contenuta nella Norma, questi tetti presentano determinate caratteristiche.

Prima di tutto, tecnicamente le coperture discontinue sono quelle realizzate con vari materiali, posizionati in modo da ottenere una pendenza utile a garantire la tenuta e smaltimento dell’acqua. La discontinuità è quella dei punti di unione, e solitamente parlando di queste coperture si pensa ai tetti a falde con superfici inclinate.

Una copertura discontinua prevede una linea di gronda, una linea di colmo, una di compluvio e una di displuvio. Inoltre, il sistema di raccolta delle acque è formato da canali di gronda e pluviali.

Solitamente, questo tetto è coperto con tegole piane o curve in laterizio, o in calcestruzzo.

Il comportamento rispetto agli agenti atmosferici deve essere di impermeabilità (entra in gioco la membrana impermeabilizzante). Le coperture discontinue con tegole devono svolgere un’azione protettiva contro l’azione di agenti come vento, sabbia o neve.

A livello di requisiti meccanici, il tetto a norma con coperture discontinue deve valutare il carico di neve, ghiaccio e grandine. Inoltre, il progetto dovrà considerare i possibili carichi delle persone, nel caso di accesso occasionale per la riparazione o la manutenzione.

Inoltre, deve possedere alcuni requisiti chimici e fisici, tipici di molte coperture: resistenza alle temperature (alte o basse), isolamento termico, resistenza al fuoco, resistenza ai raggi UV, ottime prestazioni acustiche, compatibilità dei materiali, etc.

Progettazione del tetto a norma UNI 9460:2008

Nella composizione di un progetto, andranno valutati attentamente i materiali e i componenti utilizzati – per ogni elemento o strato funzionale del tetto.

Per queste coperture discontinue, infatti, la normativa definisce le istruzioni per l’esecuzione e per il manto tegolato.

Nella progettazione, si devono tenere in conto fattori come l’esposizione del fabbricato, la zona climatica in cui si trova, e di conseguenza componenti e materiali dovranno mutare.

Le istruzioni per il tetto a norma UNI 9460:2008 per coperture discontinue riguardano ogni dettaglio. Dagli elementi di supporto allo strato di tenuta con tegole, coinvolgendo anche lo strato di ventilazione e isolamento termico (ne riparleremo più avanti).

Come sempre in un tetto, è basilare progettare al meglio il sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane, con linee di gronda e di colmi adeguate. Aggiungendo dove necessario i dispositivi paraneve, e inserendo i raccordi con camini e antenne.

La direttiva richiama anche i produttori di tegole alle sue regole.  Le tegole dovranno possedere le prescrizioni tecniche contenute nella Norma UNI 9460:2008, tenendo conto di vari fattori.

Le caratteristiche delle tegole

La normativa specifica tutte le proprietà di questi elementi, come devono essere per corrispondere alle aspettative della UNI 9460:2008.

Si va dalle caratteristiche delle tegole e coppi di laterizio fino alle tegole di calcestruzzo, definendo ogni dettaglio:

  • dimensioni delle tegole
  • impermeabilità
  • carico di rottura a flessione
  • resistenza al gelo
  • marcatura,  etc.

Una parte essenziale è quella relativa alle tipologie di tegole, dato che sappiamo quante sono in commercio: tegola romana, coppo, tegola marsigliese, portoghese, olandese, e così via.
Ogni modello viene preso in considerazione anche con i relativi accessori, necessari per completare la copertura discontinua con tegole: displuvi, fermaneve, aeratori, basi per camini, lucernari, etc.

Inoltre, la garanzia dei materiali è subordinata alla corretta posa in opera del prodotto; come indicato nel documento. In pratica, la garanzia di tegole e coppi sarà valida solo se questi elementi saranno montati in conformità alla norma UNI 9460:2008

Durabilità e manutenzione e della copertura discontinua

Le regole, applicate fin dal progetto, proseguono nell’esecuzione del tetto a norma e coinvolgono anche la manutenzione a regola d’arte.

La UNI 9460:2008 riporta le istruzioni relative agli interventi di manutenzione ed ispezione, con relativi controlli dell’esecuzione.

Sono presenti controlli iniziali sulla posa materiali e sui materiali stessi, fino ai controlli finali dopo la posa in opera del tetto.

Riguardo gli interventi di manutenzione e le ispezioni del tetto, vanno effettuati periodicamente con sistemi di sicurezza adeguati.

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Posa in opera delle tegole sul tetto a norma UNI 9460:2008

Torniamo alle tegole e ai coppi, per approfondire meglio cosa indica la normativa riguardo la posa del manto. È necessario seguire i principi tecnici indicati dalla UNI 9460:2008, stabiliti su metodologie di posa in opera consolidate e pratiche dannose da evitare.

Si dovrà applicare il fissaggio a secco degli elementi del manto di tegole, e prevedere un sistema di microventilazione.

Fissaggio a secco sul manto

Sul primo punto, la posa in opera del manto a regola d’arte indica che “le tegole non devono mai essere fissate con malta” (cap. 8.3.2.2). La malta e i materiali adesivi impediscono la circolazione d’aria e favoriscono la formazione di zone soggette all’infiltrazione d’acqua e di umidità.

Il manto potrebbe deteriorarsi presto, grazie al fenomeno della solidificazione quando l’acqua assorbita diventa ghiaccio durante l’inverno.

Se il manto è realizzato con le malte, l’acqua ghiacciata aumenta di volume e spacca l’elemento di copertura. Il punto di fissaggio tra il collante e l’elemento potrebbe staccarsi, provocando danni al tetto. Si rischia che coppi e tegole si rompano e cadano a terra, così come altri elementi rotti della copertura.

Onde evitare elementi pericolanti per inefficienza del fissaggio, la posa ad umido viene bandita mentre la posa a secco è favorita. Inoltre, tornando alla garanzia di coppi e tegole, nei certificati viene precisato il fatto che è valida solo se nella posa in opera non si utilizzano malte o adesivi e schiume diversi.

Ventilazione e microventilazione del tetto discontinuo

Un altro fattore a cui abbiamo accennato è questo: la microventilazione sottotegola. Risulta un requisito fondamentale nel tetto a norma UNI 9460:2008 per coperture discontinue.

Ricordiamo, prima di tutto, che le coperture sono classificate in quattro tipologie:

  • copertura non isolata, non ventilata e con strato di microventilazione
  • copertura non isolata, ventilata
  • copertura isolata, non ventilata e con strato di microventilazione
  • copertura isolata, ventilata.

La normativa che ci interessa, stabilisce al punto 9.3.2 che in ogni tipo di copertura (isolata o no, ventilata o no), “è necessario prevedere sempre una microventilazione sottotegola”.

Il motivo? Anche in questo caso si deve evitare la presenza di umidità e la formazione di condensazioni.

La microventilazione sottotegola si crea posizionando le tegole sui listelli di supporto, verificando che  la linea di gronda e il colmo siano liberi da ostacoli. In tal modo, non si impedisce la libera circolazione dell’aria, bensì si favorisce la cosiddetta microventilazione.

Anche se si utilizza la posa a secco, senza le malte, questa intercapedine d’aria minima deve essere prevista. Non basta solo appoggiare le tegole sul manto impermeabilizzante: bisogna creare la microventilazione.

Il fine è sempre quello di evitare rotture e deterioramenti del manto. Una sezione d’aria, anche minima come in questo caso, permette il passaggio d’aria utile ad asciugare l’umidità e smaltirla.

Al contrario, quando gli elementi del coppo e della superficie sono a contatto diretto, senza intercapedine, l’acqua assorbita non evapora.

Oltre ai fenomeni e danni già visti, il tetto diventa un terreno fertile per muschi e muffe.

Attuando il fissaggio a secco a la microventilazione insieme, quindi, si creano le condizioni ottimali per il tetto a norma UNI 9460:2008.

Il preventivo per il tetto a norma UNI 9460:2008

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Il personale General Cover è sempre formato sulle normative del settore tetti e coperture discontinue.

Forniamo sempre una posa a regola d’arte dei materiali, nel rispetto delle normative per il tetto a norma UNI 9460:2008 per coperture discontinue.

Ogni posa delle tegole e dei coppi segue le indicazioni in questo settore, valutando anche la zona climatica nel territorio in cui operiamo – principalmente il Nord Italia.

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