Le coperture edili

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Le soluzioni che variano ad ogni esigenza

Chi deve rifare il tetto o una copertura per il proprio edificio, sicuramente sta cercando quali siano le soluzioni da adottare. Sia nel caso della creazione di coperture edili per nuovi fabbricati, sia per il rifacimento del tetto con soluzioni dalle maggiori prestazioni.

Sappiamo che il tetto è una delle parti essenziali della costruzione, a livello residenziale, commerciale o industriale. Per questo, variano le possibilità di materiali e forme, in base alle esigenze.
Ecco una mini guida per le coperture edili migliori, da valutare prima di contattare un’impresa esperta. Perché, essendo un lavoro molto importante a livello edilizio, è fondamentale affidarsi ad una ditta in grado di realizzare il tetto a regola d’arte!

La copertura tetto: tipologie e forme per diversi edifici

Esistono varie possibilità di creazione o rifacimento di tetto, e si sceglie di regola quella più valida in base al tipo di edificio e alle zone climatiche in cui verrà costruito.

Ad esempio, una copertura edile a Milano o Bergamo, dove ci sono possibilità di precipitazioni nevose, sarà sicuramente differente ad una copertura in un clima molto più caldo e soleggiato.

Le forme costruttive cambiano, così come i materiali per l’isolamento termico – adatto al freddo più che al caldo.

Nella progettazione della casa o del capannone, è necessario scegliere tra diversi modelli di copertura e materie prime da adottare nella fabbricazione. Ogni accortezza è utile per evitare i rischi di una costruzione errata, poco efficiente a livello di isolamento o sicurezza.

In ogni caso, ecco le principali tipologie di copertura tetto.

Tetto a due falde

Rappresenta un classico tetto adottato nel Nord Europa e nel Nord Italia, ideale per il clima della montagna e rigido, con precipitazioni nevose. Le due falde impediscono l’accumulo di neve sul tetto – che crea peso e umidità in eccesso. La forma del tetto a spiovente con due falde favorisce anche il deflusso dell’acqua piovana e di quella che si accumula nei periodi umidi.

Tetti a capanna

Anche queste coperture edili sono formate da due spioventi, che prendono una forma triangolare come la classica capanna. A volte le due falde arrivano a coprire l’intero edificio, arrivando molto in basso verso il terreno. I tetti a capanna sono stati utilizzati negli edifici antichi, fin dai templi dell’antica Grecia e poi nelle chiese medievali più semplici.
Nella forma antica spesso gli edifici mostravano il tetto a capanna frontale – con il timpano rivolto verso la strada. In altri casi, sono presenti tetti a capanna laterale, quando la grondaia e il timpano sono paralleli alla strada e l’entrata è sul lato lungo (tipiche case americane).

Tetto a falda unica

Questa forma viene usata in molte regioni dove è comoda per il defluire delle acque e nei casi in cui serve una copertura su altezze differenti.

L’unica falda parte da una parete dell’edificio: poggia su questa superficie e scende verso il basso con una pendenza che può essere più o meno elevata – a seconda delle esigenze. Il tetto ad una falda solitamente tiene meno il peso dell’accumulo di neve, ma resiste comunque agli agenti atmosferici.

Spesso il tetto a una falda è usato nei capannoni come secondo tetto più basso, quando da una parete dell’edificio spuntava un altro corpo di fabbrica (magazzino, stalla, garage, etc.).
Si appoggia sull’unica parete della struttura anche nel caso dei tetti per piccole strutture o casette in legno indipendenti.

Tetto piano

È la copertura più usata nelle costruzioni moderne, e soprattutto nelle zone climatiche calde con scarse precipitazioni – di pioggia e neve.

Non possiede pendenza (inferiore allo 1%!), e presenta il vantaggio di donare all’edificio, un terrazzo, zone di manutenzione, lavatoi, etc. Ottimo per integrare strutture con pannelli solari fotovoltaici. La struttura del tetto piano è di tipo continuo e, per realizzarla, vengono usati materiali ben definiti come cemento e laterizio – li vedremo in seguito.

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Tetto a padiglione

Questo tipo di copertura edile prevede la progettazione e costruzione di quattro falde inclinate, tutte dotate di una pendenza uniforme. Le falde spioventi ricoprono l’intero edificio e permettono, con un’adeguata progettazione, anche di costruire coperture edili per strutture a pianta irregolare. Solitamente, le falde hanno una pendenza molto accentuata, per donare un ottimo “effetto camino” alla ventilazione del tetto, ed è molto efficiente nel drenare la pioggia, ed evitare l’accumulo di foglie.

Tetto a fienile

Tra i tetti a falde ci sono quelli molto diffusi storicamente nei fienili. Presentano una forma simmetrica con due falde su ogni lato, di pendenze diverse. Il primo sistema di falde è meno ripido, mentre il secondo ha una pendenza maggiore e di solito sporge sulla facciata

Chiamati tetti olandesi, perché diffusi in quella regione, hanno il vantaggio di una parte di tetto inclinata per far defluire la pioggia e la neve, ma mostrano più spazio per la mansarda o per l’interno del piano superiore – rispetto ai tetti inclinati classici.

Tetto curvo

Ecco una delle coperture edili non molto diffuse per le abitazioni, ma apprezzate per strutture commerciali e di rappresentanza. Il tetto curvo viene installato su centri commerciali, gallerie, padiglioni e strutture architettonicamente molte curate.

Nel caso del tetto a volta, si creano forme ad arco autoportanti, ossia che non hanno bisogno di  un’intelaiatura sottostante – perfette per soffitti con decorazioni.  Storicamente erano diffuse volte a botte, a crociera, a ventaglio (famose quelle delle cattedrali gotiche).

Questa curva spesso necessita di materiali particolari, in particolare il metallo, per effetti estetici sorprendenti e per sostenere la copertura continua.

Tetto a farfalla

È formato da due tetti in realtà, le cui falde scendono verso il centro del tetto formando una valle. Le falde si incontrano nei punti più bassi e per questo si chiama anche tetto a V. La figura, che ricorda le ali di una farfalla, inverte la forma a capanna tradizionale. La struttura può essere simmetrica, ma anche asimmetrica con le “ali” di misure differenti. In alcuni progetti il tetto a farfalla permette muri più alti e finestre ampie per maggiore luce naturale. Questa forma non presenta grondaie, dato che l’acqua piovana si raccoglie e defluisce dal tetto nelle due estremità della valle – dove si trova un canale di scolo.

Tetto a dente di sega

Come fossero dei denti di una classica sega, le creste spuntano su questi tetti piani con una doppia inclinazione, creando un effetto frastagliato nel profilo. Si creano falde di primo ordine coperte con elementi come laterizio o cemento armato, e altre falde quasi interamente vetrate, con una forte inclinazione.

Questo sistema permette alle creste di ospitare le vetrate sui lati più ripidi nell’edificio, per far entrare più luce possibile.
Queste coperture edili vengono anche dette tetti a shed (capannone), perché sono molto usati come tetti per capannoni industriali. Diventano molto efficienti negli ambienti dove è necessaria una maggiore luce naturale durante il giorno – in particolare quando si progetta una serie di almeno tre creste.

Tetto a displuvio o impluvio

Nei tetti a falde è importante definire anche come verranno gestite le acque piovane, in relazione alla struttura portante.

  • Il tetto a falde a displuvio convoglia la pioggia verso l’esterno dell’edificio.
  • Il tetto a falde a impluvio fa defluire l’acqua piovana verso un canale interno dell’edificio.

Sarà necessario progettare le coperture edili comprendendo l’installazione di grondaie, per evitare che l’acqua vada a scorrere sulle pareti, aumentando l’umidità alle pareti e la comparsa delle muffe all’interno del fabbricato.

Un problema che non si pone per i tetti a padiglione, in cui l’acqua defluisce verso l’esterno sfruttando tutto il perimetro del tetto – dispone di linee di displuvio e di compluvio, e una linea di colmo.

Anche i tetti a capanna, portano l’acqua ad incanalarsi verso il centro, la linea di colmo del tetto, evitando il defluire con altre zone dell’edificio.

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I materiali per le coperture edili nel 2024

Sono vari i materiali applicabili a tetti e coperture edili nel 2024, ma come abbiamo accennato molto dipende anche dalla forma adottata.

Alcuni materiali sono impiegati in modo diffuso, per la loro capacità di modellarsi da sempre su diverse pendenze, come la terracotta per tegole e coppi. Un materiale che assorbe l’umidità naturalmente e storicamente è disponibili per i tetti storici o tradizionali.

Ci sono in commercio tegole romane, per pendenze e precipitazioni minori, tegole portoghesi per i tetti spioventi. Troverete anche i coppi con forma a canale che possono essere sovrapposti (in file parallele oppure alternati con le tegole piane), per migliorare l’impermeabilizzazione della copertura.

Altri materiali storici sono il legno e l’ardesia naturale.

Il legno è leggero, elegante, ottimo per trattenere l’umidità e aumentare l’isolamento termico. È un materiale da tetto molto diffuso in Nord Europa, mentre in Italia nonostante sia storicamente attestato in Nord Italia, è diventato un materiale molto costoso e di costante manutenzione; perciò, viene usato preferibilmente per il restauro di edifici storici e dal fascino turistico.

L’ardesia naturale è un materiale molto antico come utilizzo per le coperture edili, specialmente in Francia, e molto efficiente in termini di isolamento termo-acustico. La sua ottima tenuta contro la pioggia ha reso questa pietra molto diffusa nei climi piovosi.

I materiali per coperture edili moderni

In prima fila ci sono le coperture bituminose. Rivestire il tetto con questi elementi (tegole bituminose, guaine, coperture in bitume e fibrocemento, etc.) rappresenta una soluzione non molto isolante, ma usata quando si deve risparmiare sui costi della copertura. Il bitume è molto economico ma comunque solido, e se non interessa la resa estetica può essere adoperato dove il clima lo consente.

Un’altra materia prima innovativa è il PVC. Un tipo di plastica resistente ed economica sempre più diffusa per le sue doti di risparmio energetico. Il PVC è già molto noto per la sua applicazione nelle finestre, dato che possiede la capacità di trattenere il calore e aumentare l’isolamento termico e acustico. Queste coperture sono anche tra le più resistenti all’usura del tempo, ma possono essere applicate su tettorie, casette, strutture piccole e funzionali.

Nell’ambito dei materiali moderni esistono anche le coperture in poliestere, sotto forma di rotoli, che permette coperture trasparenti adatte a serre, legnaie, strutture per allevamento e agricoltura. In alternativa, le lastre in policarbonato vengono usate per schermare i raggi UV come coperture per pergolati, serre, pensiline.

Nelle grandi architetture prestigiose e continue (come i tetti curvi), si usano anche materiali come il metallo –  con sistemi anti-corrosione e umidità.

I tetti piani, invece, possono essere costruiti con un’ampia serie di materiali, tra cui muratura, cemento e mattoni. Cemento e laterizio assicurano un ottimo isolamento a bassi costi, ma è necessario che la struttura sia progettata in modo da sostenerne il peso. Per tale motivo, sono coperture edili sconsigliate per le zone a rischio sismico, dove potrebbero appesantire l’edificio e rischiare il crollo.

Le lamiere piane in acciaio sono spesso utilizzate per i tetti piani degli edifici industriali.

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