Smaltimento di eternit
Smaltimento di Eternit, procedure e discariche in Lombardia
Quando si parla di rimozione dell’amianto, insieme alle tecniche per la sua eliminazione si deve sempre fare riferimento alla normativa vigente in Italia. Le due cose vanno di pari passo, perché tutte le regole per la bonifica amianto devono concludersi con lo smaltimento dei materiali a rischio secondo delle procedure ben precise. Vediamo quali sono e perché si parla di smaltimento di Eternit piuttosto che di smaltimento amianto.
Cos’è il materiale Eternit?
Per chiarire fin dall’inizio ogni dettaglio, spesso si parla di bonifica dall’amianto o dall’Eternit in modo simile, ma in realtà sono due materiali diversi.
Si può comprendere che differenza c’è tra amianto ed Eternit, calcolando che:
- le fibre di amianto (o asbesto) sono derivate da un insieme di minerali presenti in natura, con una consistenza fibrosa;
- quando si mescolano con il cemento nasce il cosiddetto cemento amianto o fibrocemento Eternit, creato a livello industriale.
Il nome Eternit deriva, infatti, dal prodotto venduto da un’impresa belga che lo produceva e lo registrò con questo appellativo, che ricordava l’eternità (è un materiale altamente resistente).
Dopo il successo iniziale, oggi sappiamo bene quali sono i rischi per la salute del fibrocemento, che abbiamo anche riportato nel nostro articolo sulla pericolosità dell’Eternit.
Per tale motivo, diventa essenziale rimuovere i manufatti contenenti amianto, sotto forma compatta o friabile, creati o meno con l’Eternit.
I rifiuti contenenti amianto da smaltire
Molti materiali e manufatti sono considerati dei rifiuti speciali pericolosi, che possono includere l’asbesto sotto forma compatta, fangosa o polverulenta, con amianto legato in matrice e così via.
Secondo le normative, si devono ormai predisporre dei piani di smaltimento per eliminare le parti degli edifici che presentano Eternit o asbesto come pannelli, coperture, guaine delle tubature, rivestimenti isolanti di tubi e caldaie, cassoni, lastre di cemento, piastrelle per pavimenti o rivestimenti, etc.
Nella Legge 27 marzo 1992, n. 257 i rifiuti contenenti amianto sono definiti come i “materiali di scarto delle attività estrattive di amianto, i detriti e le scorie delle lavorazioni che utilizzano amianto, anche provenienti dalle operazioni di decoibentazione nonché qualsiasi oggetto contenente amianto che abbia perso la sua destinazione d’uso e che possa disperdere fibre di amianto nell’ambiente in concentrazioni superiori a quelle ammesse dall’art. 3”.
L’articolo 3 è quello che fornisce indicazioni sui valori limite consentiti, quindi la concentrazione di fibre di amianto respirabili nei luoghi di lavoro, di produzione, di bonifica o smaltimento amianto. Anche se possono essere in aggiornamento, sono fissati dei valori limite di esposizione alla polvere di amianto nell’aria su un periodo di riferimento di 8 ore (0,6 fibre per centimetro cubo per il crisotilo e 0,2 fibre per centimetro cubo per tutte le altre varietà di amianto, isolate o in miscela).
La stessa legge indica “le misure per l’eliminazione, lo smaltimento e il riciclaggio delle sostanze e dei preparati nocivi e inquinanti”, che sono poi definite nel Decreto Ministeriale 6 settembre 1994, il quale definisce meglio le normative e le metodologie tecniche di applicazione della Legge 257/ 1992. In particolare, come effettuare l’ispezione degli edifici, l’analisi dei materiali sospetti (che potrebbero contenere amianto) e la valutazione del rischio.
La procedura per gestire e smaltire i rifiuti contenenti amianto
Una volta individuato il materiale che include le fibre di asbesto – di solito con una verifica da parte di esperti del settore, si procede alle pratiche per la bonifica. Si arriva al punto di dover prendere una decisione tra i provvedimenti necessari per contenere o eliminare il rischio amianto.
Non sempre la rimozione dei manufatti è la scelta migliore, perché può darsi che il materiale sia sicuro a livello di dispersione delle fibre. Quindi, può essere confinato o “sigillato” tramite incapsulamento. Le normative italiane sull’amianto consentono di lasciare il materiale in loco e gestirlo in modo appropriato; perché è improbabile che possa venire a contatto con qualcuno.
Di certo, la rimozione Eternit completa elimina definitivamente il problema e viene prediletta come pratica di bonifica. In questo caso, però, tutti i materiali vengono considerati rifiuti pericolosi, e dovranno essere eliminati in modo adeguato tramite le apposite discariche per l’amianto.
È fondamentale, in ogni caso, non rimuoverlo mai con il fai-da-te! Lo smaltimento Eternit è un lavoro specialistico, che presenta rischi e difficoltà. Solo coloro che sono in possesso della qualifica necessaria possono effettuare la rimozione dei materiali contenenti amianto. Possono essere solo gli operatori delle imprese autorizzate, che conoscono le tecniche per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto in sicurezza.
I criteri per lo smaltimento finale dell’Eternit
È importante comprendere le parti della normativa pertinenti alla rimozione, in modo da effettuare la corretta procedura e garantire di rimanere al sicuro da qualsiasi esposizione all’amianto.
Oltre alle normative nazionali, esistono anche delle indicazioni regionali. Ad esempio, la Regione Lombardia ha definito le linee guida per la gestione del rischio amianto tramite la Deliberazione 6/36262 del 1998.
Le indicazioni sono dettagliate per identificare e poi raccogliere, gestire e smaltire i rifiuti che contengono amianto. Ovviamente, la movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti deve sempre seguire il criterio di riduzione minima del rilascio di fibre nell’ambiente e, per questo, vengono adottate in linea di massima alcuni accorgimenti.
Accumulo, deposito e smaltimento di Eternit
- Si deve predisporre un’area delimitata dove accumulare il rifiuto contenente amianto in modo ordinato e sicuro.
- I rifiuti devono essere raccolti ed accumulati separatamente da altri rifiuti di diversa natura; in ogni caso devono essere ammassati al coperto.
- Tali rifiuti si devono mantenere umidi durante il deposito nelle zone di accumulo.
- Il rifiuto contenente amianto in matrice non stabile deve essere accumulato in un’area pavimentata e delimitata, con una leggera pendenza per la raccolta delle acque piovane.
- La zona dovrà essere dotata di caratteristiche per gestire un’eventuale bagnatura del rifiuto, che dovrà essere trattato in modo apposito al momento del carico.
- Il rifiuto polverulento deve essere raccolto a tenuta stagna; collocato in contenitori a perdere, sigillati, pre-stampati con etichettatura conforme alla direttiva europea.
- I contenitori per la raccolta e trasporto del rifiuto polverulento devono rispondere a dei requisiti precisi di resistenza, capacità, chiusura con termosaldatura o doppio legaccio.
- Per il rifiuto di cemento-amianto, dopo aver accertato lo stato di degrado dei materiali, si applica uno strato incapsulante per renderlo un rifiuto speciale non pericoloso.
- Il trattamento per rendere minimo il rilascio di polveri può prevedere l’applicazione di sostanze fissanti, a strati successivi, che evitano le possibili dispersioni di asbesto.
- Il rifiuto contenente amianto deve essere caricato direttamente sull’automezzo per il trasporto alla discarica, con attenzione alle modalità di imballaggio per evitare dispersioni.
- Durante il trasporto i rifiuti sono accompagnati da un formulario di identificazione, numerato e vidimato dall’ufficio del registro o dalla camera di commercio.
- Durante il trasporto il personale dovrà indossare i DPI (dispositivi di protezione individuale) come mascherina antipolvere, tuta in Tyvek, calzari, cappuccio, semi-maschera facciale P3 dotata di filtro per polveri.
- I rifiuti di amianto, speciali, tossici e nocivi, devono essere destinati esclusivamente allo smaltimento tramite stoccaggio definitivo in discarica controllata.
- La zona di stoccaggio deve essere preclusa all’accesso delle persone e delimitata con la corretta segnaletica – mappa indicante la collocazione degli R.C.A.
Dove si smaltisce l’Eternit, le discariche autorizzate
Le leggi relative alla gestione e bonifica amianto sono varie, ma concordando sulla destinazione dello smaltimento di Eternit obbligatoriamente nella discarica controllata. Non è ammessa nessuna forma di smaltimento alternativa.
La rimozione Eternit deve essere seguita dallo smaltimento dei materiali presso le apposite discariche autorizzate ad accogliere R.C.A. (Rifiuti Contenenti Amianto).
Discariche per rifiuti pericolosi
Si tratta delle discariche di seconda categoria (tipo A) dove possono essere smaltiti soltanto rifiuti inerti – materiali che provengono da demolizioni, costruzioni e scavi, materiali ceramici cotti, vetri, rocce e materiali litoidi da costruzione. Qui è vietato lo scarico di rifiuti polverulenti, polveri o fibre libere di amianto, in assenza degli specifici sistemi di contenimento.
L’amianto legato con matrice cementizia o resinoide, per essere accolto deve risultare all’interno di rifiuti non classificati come tossici e nocivi. Altrimenti, si devono adottare delle modalità di gestione per evitare che i rifiuti possano creare danni durante la movimentazione.
Discariche per rifiuti non pericolosi, dotate delle strutture appropriate,
In queste discariche di seconda categoria (tipo B) sono smaltiti i rifiuti speciali non pericolosi o alcuni speciali pericolosi. Qui si possono smaltire i rifiuti contenenti polveri o fibre libere di amianto in concentrazioni non superiori all’1%. Sono dotate di particolari celle per questo tipo di rifiuti: materiali da costruzione contenenti amianto o altri rifiuti sottoposti a stabilizzazione-solidificazione.
Discarica per rifiuti speciali pericolosi
All’interno di queste discariche di seconda categoria (tipo C) vengono smaltiti rifiuti speciali pericolosi tra i quali l’amianto in concentrazioni superiori all’1% per quanto riguarda polveri e fibre libere, fanghi stabilizzati e palabili e altre variabili.
Un’ulteriore nota per lo smaltimento di Eternit in Lombardia. I materiali che contengono amianto in matrice cementizia (Eternit), devono raggiungere le discariche di tipo A, senza subire analisi sul contenuto di fibre di amianto o fibre liberabili.
L’importante è attivare la corretta gestione tecnica e poi amministrativa, con il registro di carico e di scarico dei rifiuti speciali in discarica; oltre alla dichiarazione dell’avvenuto deposito, trasmessa alla ASL che ha autorizzato l’intervento di bonifica Eternit.
I centri di raccolta per smaltire l’amianto
Ogni amministrazione locale deve autorizzare una discarica per questi manufatti in cemento-amianto – spesso materiali da costruzione o demolizione come lastre piane o ondulate, di grande formato, tubi, etc. L’idea normativa era quella di autorizzare le discariche con un’elevata disponibilità di spazio, per individuare delle zone in cui stoccare i rifiuti di cemento-amianto in modo sicuro – anche coperti con uno strato di materiali inerti.
In più, le imprese di bonifica amianto, alcune erano già in autorizzate a portare verso discariche del tipo A lo smaltimento scorie industriali, fanghi di lavorazione materiali e altri rifiuti simili. L’iter tecnico e amministrativo era già avviato, quindi le discariche si prestavano ad accogliere tali manufatti in Eternit.
Nei fatti, le discariche attrezzate per il corretto smaltimento dell’amianto in Lombardia non sono molte, dato che devono soddisfare tutti i criteri a cui abbiamo accennato. Dalla presenza delle celle dedicate agli R.C.A. a tutte gli accorgimenti per impedire la frantumazione dei materiali e il contatto tra rifiuti e persone.
In ogni caso, rispetto alla media nazionale, in Lombardia sono presenti 3 discariche adatte allo smaltimento di Eternit. A fronte del fatto che in Italia solo 8 regioni dispongono almeno di 1 impianto specifico ò alcuni quindi non hanno centri di raccolta di questo tipo.
Quando si riesce a rimuovere l’amianto ad esempio dopo la ristrutturazione del tetto, e poi trasportarlo in discarica, spesso la fase finale è la vetrificazione. Si tratta l’amianto a temperature oltre i 900°c, con la tecnologia delle torce al plasma che può trasformare il materiale e riciclarlo come inerte.
Richiedi un servizio di smaltimento Eternit in Lombardia?
La nostra impresa è specializzata nella bonifica amianto, per cui effettuiamo interventi personalizzati, in base alle normative e alle singole esigenze.
- Sopralluogo con valutazione MCA (coperture, manufatti, etc.).
- Bonifica tramite confinamento o incapsulamento Eternit.
- Rimozione e smaltimento Eternit presso i siti autorizzati.
- Eventuali riparazioni o modifiche necessarie una volta rimosso l’amianto.
La nostra impresa possiede l’esperienza necessaria per la rimozione Eternit da tetti e coperture, seguita da interventi di rifacimento del tetto. Seguiamo anche le pratiche per ottenere le detrazione fiscali previste sulla bonifica e smaltimento amianto; tutti i cosiddetti Bonus Amianto tra Bonus Ristrutturazione, Ecobonus, Bandi ISI dell’INAIL, Decreti FER.
Siamo attivi per lo smaltimento di Eternit in diverse provincie della Lombardia: Milano, Lecco, Como, Varese, Monza Brianza.
Quanto costa smaltire l’amianto? Il prezzo può variare notevolmente in base a una serie di fattori: quantità da rimuovere, posizione dell’amianto, tipo di amianto, complessità della procedura di rimozione. Inoltre, potrebbero essere previsti dei costi legati alle verifiche per la presenza di Eternit, preparazione del sito per la rimozione e per lo smaltimento sicuro dell’amianto.
Per poter fare un’analisi della situazione effettuiamo sempre un primo sopralluogo.
Se pensi devi rimuovere e smaltire l’Eternit in casa o nelle tue proprietà, richiedere un preventivo per ricevere una stima accurata dei costi.
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