Sismabonus 2023, detrazioni fiscali per le costruzioni antisismiche
Se avete bisogno di ristrutturare una casa o un edificio e vivete in una zona sismica, sicuramente sarete interessati alle normative del Sismabonus 2023.
Questa “parola magica” comprende tutte le agevolazioni fiscali previste per chi esegue interventi in funzione antisismica sugli edifici. Che siano ristrutturazioni di tetti, murature, costruzioni a prova di terremoto: ogni intervento per l’adozione di misure anti-sisma potrà essere portato in detrazione dalle imposte sui redditi (IRPEF o IRES).
Ovviamente, sono varie le percentuali delle detrazione fiscale e le regole per poter sfruttare il Sismabonus 2023. Quindi, vale la pena di approfondire partendo dai criteri per i diversi interventi edilizi.
Miglioramento e adeguamento sismico bonus 2024
Quando si affrontano le normative Sismabous, ci si imbatte in questi due termini. È bene chiarire subito:
- il miglioramento sismico comprende gli interventi che migliorano la sicurezza sismica rispetto alle scosse del terremoto;
- l’adeguamento sismico riguarda il raggiungimento del livello di sicurezza richiesto dalla normativa, ed è riservato alle nuove costruzione antisismiche.
Interventi, immobili e zone a rischio sismico
La regola base per tutti è semplice: gli interventi realizzati devono provocare una riduzione del rischio sismico sugli edifici. Questa diminuzione del pericolo è valutata chiaramente in base alle zone sismiche.
- Aree ad alta pericolosità. Zona sismica 1 a rischio alto: Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania e Sicilia).
- Aree intermedie. Zona sismica 2 a rischio medio: Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata).
- Aree con minor pericolo. Zona sismica 3 rischio basso: Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte).
- Aree poco pericolose. Zona sismica 4 a rischio basso: Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta).
Si tratta dei territori individuati dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, essenziali anche ai fini fiscali. Perché gli immobili della zona sismica 4 non possono accedere al Sismabonus.
Edifici a rischio: i criteri per capire se l’immobile è sicuro
Oltre al territorio, vanno valutati anche gli edifici interessati.
Ricordiamo che gli interventi soggetti al Sismabonus 2023 possono essere realizzati sugli immobili residenziali (case, villette, appartamenti, condomini, etc.) e su quelli utilizzati per attività produttive (capannoni, stabilimenti industriali, laboratori artigianali, edifici ad uso agricolo, etc.).
Oltre alla loro destinazione d’uso, gli edifici non sono tutti uguali, però, vediamo perché.
Dal 2017 (D.M. 58 /2017) la normativa di questo ambito definisce 8 classi di rischio sismico per gli edifici: A+, A, B, C, D, E, F, e G.
Se gli immobili in classe A+ sono i più sicuri (condizioni di rischio minimo), gli edifici in classe G si trovano esposti al rischio massimo.
Le Linee Guida per la Classificazione del Rischio Sismico delle Costruzioni, entrate in vigore da allora, hanno definito alcuni criteri per la classificazione sismica degli edifici.
Sono parametri utili in fase di richiesta Sismabonus 2023, per valutare i lavori di adeguamento antisismico di un fabbricato.
Le Linee Guida associano una classe di rischio che ricalca quella per la qualificazione energetica (da A+ a G), che regola gli incentivi fiscali.
Come?
Nelle zone a rischio sismico 1 o 2 o 3, le agevolazioni Sismabonus sono potenziate se si ottiene una riduzione di classe di rischio, valutando anche il pericolo per gli edifici.
Si tengono in conto principi come la salvaguardia della vita umana e le possibili perdite economiche (dirette e indirette), determinando il rischio delle costruzioni da A+ a G.
Cos’è il Rischio Sismico
Ricapitolando, può essere utile capire come si determina questa pericolosità dell’edificio in fase di valutazione per il Sismabonus 2023.
Il Rischio Sismico non è un concetto astratto ma una misura matematica e ingegneristica.
Valuta il “danno atteso” in seguito ad un terremoto, cosa ci dobbiamo aspettare che accada con una scossa sismica.
Il valore del Rischio Sismico risulta da tre indicatori: Pericolosità x Vulnerabilità sismica x Esposizione.
- Il valore di pericolosità si riallaccia alla classificazione sismica del territorio. Se c’è maggiore o minore probabilità che nella zona si verifichi un terremoto, valutando il suo possibile grado di intensità.
- Il valore della vulnerabilità sismica è legato all’edificio. Com’è stato costruito? Qui tornano i criteri da A+ a G, per capire se il fabbricato sarà molto soggetto a subire danni. In caso di scosse, una costruzione senza criteri anti-terremoto rischia di crollare.
- Il valore esposizione dipende dalla presenza umana sul territorio. In una determinata località potrebbe essere molto alta la concentrazione di case, attività commerciali e produttive. Pensiamo alle città, dove bastano anche scosse minime per creare rischi e problemi. In altre zone, magari abbandonate o desertiche, il livello di esposizione risulta zero.
Le agevolazioni fiscali del Sismabonus 2023
Ecco finalmente alle percentuali. La detrazione per gli interventi edilizi antisismici varia in base alla riduzione del rischio – correlata alle aree di azione e agli edifici, come abbiamo visto.
- Detrazione 50% per l’adozione di misure antisismiche, che non apportano miglioramenti della classe sismica dell’edificio.
- Detrazione 70% per interventi da cui deriva una riduzione del rischio sismico con passaggio ad 1 classe di rischio inferiore
Detrazione 80% quando dagli interventi si ottiene una riduzione di 2 classi di rischio. - Detrazione 75 e 85% quando, oltre alla riduzione di 1 o 2 classi, i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (invece di 70% e 80%).
- Detrazione 75 o 85% per chi acquista un immobile in un edificio demolito e poi ricostruito, nei Comuni classificati zona a rischio sismico 1 (Sismabonus acquisto case antisismiche)
Ogni detrazione si calcola su un ammontare massimo di 96.000 euro di spesa per unità immobiliare, e deve essere ripartita sull’IRPEF o IRES in 5 quote annuali di pari importo.
Spese e interventi ammessi nel Sismabonus 2023
- lavori di miglioramento e di adeguamento sismico;
- interventi sulle coperture orizzontali e sulle strutture verticali;
- acquisto dei materiali;
- prestazioni professionali legate allo svolgimento dei lavori;
- perizie, sopralluoghi e produzione di altri documenti necessari;
- imposte da bollo e IVA.
Super Sismabonus 2023: esiste ancora?
Fino a quest’anno è stato in vigore il famoso 110% Superbonus, che poteva essere sfruttato anche nella combinazione tra il Sismabonus e il Superbonus.
Dal 2020 questo mix ad alto livello di detrazione riguarda gli interventi antisismici, ma realizzati in concomitanza con i lavori trainanti previsti dal Superbonus.
Nel 2023 continua la possibilità di accesso a questo sgravio fiscale, ma con criteri diversi.
Il Super Sismabonus (o Supersismabonus) 2023 riguarda un’aliquota al 90%, e si tratta di una facilitazione applicata soltanto agli edifici e ai condomini.
Un vantaggio è dato dal fatto che i lavori con misure antisismiche non devono prevedere per forza un miglioramento delle classi di rischio sismico dell’edificio (come accade per quelli al 50%).
Proroga Sismabonus 2023 e Super Sismabonus fino al 2025
Per quanto riguarda tutte le spese sostenute per gli adeguamenti antisismici, il termine è dato fino al 31 dicembre 2024.
Grazie alla Legge di Bilancio 2023 la proroga del Sismabonus arriva fino al prossimo anno, ma bisogna valutare l’applicazione delle diverse aliquote.
Nel caso del Super Sismabonus, infatti, l’agevolazione fiscale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2025, con una diminuzione progressiva delle aliquote.
- Super Sismabonus 110% sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023;
- Super Sismabonus 70% sulle spese sostenute nel 2024;
- Super Sismabonus 65% sulle spese sostenute nel 2025.
Chi può usufruire del Sismabonus 2023
L’agevolazione fiscale è rivolta:
- ai cittadini – contribuenti soggetti all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF)
- ai soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (IRES).
Per quanto riguarda i condomini, la detrazione abbiamo visto che riguarda le spese per le parti comuni dei condomini. Se, contestualmente, devono essere effettuati degli interventi di riqualificazione energetica si può accedere al cosiddetto Ecosismabonus, con un tetto massimo di 136.000 euro di spesa per ogni unità immobiliare.
In questo caso, la spesa verrà recuperata in sede fiscale per 10 anni consecutivi.
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