Coppo romano

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Coppo romano

Coppo romano, il fascino della storia per i tetti classici e moderni

Tra i tanti coppi del tetto questi particolari elementi prendono il nome dalla tradizione dell’antica Roma, passata poi al Medioevo e fino all’età moderna e contemporanea. Il coppo romano svetta sui tetti da secoli, per proteggerli da piogge e sbalzi termici.

Anticamente, però, non esisteva come “coppo” ma la sua forma curva faceva parte di un sistema ben preciso: vediamo la sua storia e come viene usato oggi.

Il sistema di coperture romane, tra “coppi” e tegole

Nella Roma classica, repubblicana e poi imperiale, erano diffusi i tetti in laterizio già usati da tempo in Oriente e poi in Grecia. La forma pensata proprio per i tetti dell’Urbe, però, aveva un sistema particolare con una terracotta piatta trapezoidale (tegula) e l’elemento curvo sopra (imbrex).

Entrambe sono rimaste fino ai nostri giorni, ma anche separatamente.
Ma la parte curva, ad arco, è oggi il classico coppo per il tetto, mentre quella piatta è detta embrice – scambiando la parola antica che definiva la parte curva.

Come se non bastasse, in alcuni casi si trovano i coppi chiamati anche “embrici”!
Quest’abitudine può confondere, perché quando si trova la domanda: come sono le tegole romane? la risposta riguarda di solito sia la tegula antica sia il moderno embrice.

Riassumendo:

  • La tegula romana antica era piatta, solo con dei bordi rialzati per far scorrere l’acqua verso il basso dopo averla incanalata.
  • L’imbrex antico era l’elemento curvo, ma oggi la parola embrice può indicare la “tegola romana” piatta.
  • Il coppo romano moderno è curvo: deriva dal classico embrice ad arco e può essere chiamato “tegola curva”.

Questa consuetudine può essere utile a chi si chiede come si chiama il coppo in italiano: si può pensare sia a mantenere la parola coppo, sia all’embrice antico sia alla tegola curva!

La differenza importante con altri coppi, è che il coppo romano, mostra la forma di semicerchio ma è leggermente trapezoidale, rispetto ad altri coppi tipici italiani. Perché nasce dalla tradizione del manto alla romana – vediamo in cosa consiste.

Cos’è il tetto alla romana?

Il coppo è tuttora utilizzato per la messa in opera di coperture a doppio strato definite “tetto alla romana” moderno. Rispetto a quello classico con tegula ed imbrex, oggi il manto di copertura alla romana è formato dalla cosiddetta combinazione embrice-coppo.

  • uno strato inferiore di embrici o tegole romane; sono i classici elementi piatti e a trapezio, con il lato corto verso il basso del tetto; hanno la funzione di canale per l’acqua;
  • uno strato superiore di coppi di coperta, dalla forma a trapezio; sono usati per coprire, messi cavallo fra le file degli embrici sottostanti; il loro lato corto andrà verso l’alto.

Come di regola, la posa del manto di copertura alla romana avviene dalla gronda verso il colmo, posando i coppi almeno su ogni fila di embrici.

Un’alternativa è quella di usare anche gli embrici per lo strato di copertura, non usando il coppo: è rara perché ha un aspetto classico e presenta minori prestazioni contro la pioggia.

Coppo romano

Coppo romano

Il tetto con i coppi

Esiste poi una variante nata successivamente all’epoca romana, formata da due file alternate di coppi: di canale e di coperta.

  • Una prima fila di coppi con la curva verso l’alto, a formare un canale di scolo.
  • Una fila sopra di coppi rovesciati (curva verso il basso), che formano la copertura.

Si può eseguire la posa dei coppi sopra un reticolo di listelli di legno, sempre posti parallelamente alla linea di gronda. Si rispetta una distanza reciproca e lo schema tra tessitura di listelli di sezione perpendicolari ai listelli di orditura; fissati tra loro e alla struttura portante (chiodi, malta, etc.).

Per questo tipo di tetti possono essere usati elementi leggermente differenti dal coppo romano, come i coppi fiorentini cilindrici, i coppi veneti, piemontesi e così via.

Per capire come si chiamano i coppi in Italia, bisogna perciò prima di tutto valutare da quale regione storica provengono.

Sicuramente questo sistema con coppi in laterizio è considerato l’ideale per ristrutturare e restaurare tetti storici della tradizione italiana – dagli edifici pubblici alle case secolari.

Le caratteristiche del coppo romano

Abbiamo visto che la struttura del tetto alla romana va creata con un coppo dalle forme e dimensioni adatte ad incastrarsi nel sistema con l’embrice. Per questo motivo, le dimensioni dei coppi romani saranno adeguate – mediamente di 37 cm (anche se spesso si usano coppi di 45 cm) e con spessore simile all’elemento sottostante.

I coppi romani sono composti in terracotta nella loro versione più classica, e si sono generalmente più pesanti e resistenti delle tegole. Questo perché oltre la forma tipica che fa defluire l’acqua piovana, devono aiutare nel controllo delle infiltrazioni e dell’umidità dal tetto.
Di regola questi elementi hanno un tipico colore rosso, dovuto ai componenti ferrosi nell’argilla. Un colore che rimanda ai tetti della Capitale e alle tradizionali coperture che dal Medioevo in poi hanno portato questa tecnica in tutta Italia.

Esistono anche alcuni coppi in laterizio di recupero, che assicurano il fascino di un tetto alla romana “vintage” con il coppo romano di un tempo. È una scelta difficile da eseguire, però, dato che spesso tegole e coppi di recupero hanno misure differenti o sono rotte in alcuni punti.

I materiali dei coppi

Esistono anche altre versioni oltre all’argilla, con coppi romani in cemento o metallo. Se l’argilla è il materiale più tradizionale, il cemento è molto utilizzato nelle coperture moderne – abbinato a diversi materiali rinforzanti. Anche i coppi in metallo stanno diventando sempre più popolari grazie alla loro versatilità, ma in realtà di solito si tratta di lastre in lamiera sagomata a coppo.

Una curiosità? In alcuni paesi vengono definite “tegole doppie romane” elementi in cemento o metallo che, in realtà, sono molto più simili alle tegole ad onda (spagnole, francesi, etc.) che comprendono in un unico pezzo coppo e parte piana.

Coppo romano

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Quanto dura un coppo romano?

Presente ormai in tutto il territorio nazionale da secoli, questo tipo di coppo ha dimostrato la sua durata nel tempo. Anche se, ovviamente, necessita di manutenzione!

Se bene curato e non soggetto a forti intemperie, un tetto ricoperto con i coppi romani in laterizio ha una durata di circa trent’anni. È un dato indicativo, dato che per esperienza possono durare più a lungo grazie alle doti di resistenza meccanica della terracotta.

Tra i motivi per cui scegliere il coppo romano sul proprio tetto, quindi, c’è l’affidabilità sia per il peso statico, sia contro gli eventi meteo come pioggia, grandine e raffiche di vento.

Quanto costa rifare un tetto con i coppi romani

Per ogni intervento di solito si valuta il costo dei coppi al metro quadro, anche se diversi altri fattori possono influire sul prezzo finale. Potrebbe trattarsi di una manutenzione del tetto così come di una costruzione ex-novo, e i costi sarebbero diversi anche legati al manto sottostante.

In particolare, se desideri un tetto alla romana, andrà valutato nel preventivo il costo della posa tegole secondo le regole previste per questa struttura, con embrice e coppo romano.

Per ogni dettaglio, rivolgiti ai nostri tecnici General Cover esperti nel lavoro di rifacimento del tetto in Lombardia; particolarmente nei territori di Como, Milano, Lecco, Monza Brianza e Varese.

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