Amianto floccato, cos’è e come si rimuove dagli edifici
Sappiamo che da decenni i prodotti contenenti amianto sono stati utilizzati principalmente per l’edilizia e l’isolamento. Questo minerale, che oggi sappiamo così nocivo, è stato utilizzato in materiali da costruzione come cemento, tegole, cartongesso, linoleum, piastrelle, colle e molti altri ancora.
Lo troviamo negli edifici, ma anche in alcuni prodotti come freni automobilistici, guarnizioni, tubazioni e diversi settori. Come individuarlo non è sempre facile, in più è bene conoscere le varie differenze quando si parla di amianto (o asbesto), amianto friabile e amianto floccato. In particolare l’amianto floccato cos’è e come si rimuove edifici.
La definizione di amianto floccato
Questo tipo di amianto è particolare, perché ha delle caratteristiche di bassa coesione e alta friabilità.
In passato veniva mescolato con alcuni leganti, manualmente oppure tramite spray, e di solito il legame era con cemento o gesso.
La miscela, che veniva spruzzata ad alta o bassa pressione, di solito conteneva vari livelli di amianto, altri adesivi e resine. Solitamente i rivestimenti in amianto floccato sono stati prodotti utilizzando le fibre di asbesto principali, tra cui il crisotilo, l’amosite e la crocidolite.
Questo tipo di amianto ha avuto successo nei rivestimenti, perché veniva considerato un ottimo elemento ignifugo, resistente al calore e fonoassorbente.
Dove si trova l’amianto floccato
Le sue caratteristiche l’hanno reso un materiale apprezzato e usato (soprattutto i rivestimenti a spruzzo a base di amianto), dagli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Settanta.
Era considerato resistente nell’ambito dei rivestimenti come intonaci, stucchi, rivestimenti per strutture e parti in metallo come travi e colonne.
Anche se usato prevalentemente come isolante termico per gli edifici come magazzini e strutture antincendio, l’amianto floccato è finito negli edifici pubblici (scuole, ospedali, fabbriche, etc.) e nel settore dei trasporti (treni, autobus, navi, aerei).
Nell’ambito residenziale, invece, l’asbesto è stato usato come isolante acustico per le pareti e i soffitti in cemento. Si poteva trovare nei muri di casa, negli intonaci, nei camini, in alcuni tipi di pavimento e persino nelle vasche da bagno o nei forni.
Amianto nel cartongesso
Il cartongesso è presente già negli edifici costruiti dopo gli anni Quaranta, come un’alternativa economica alle tradizionali costruzioni. Grazie alla facilità di installazione, il cartongesso è rimasto ancora oggi uno dei materiali più utilizzati nell’edilizia residenziale e commerciale.
Purtroppo, molti materiali da costruzione precedenti agli anni Ottanta potrebbero contenere amianto – tra cui i pannelli di gesso e le giunzioni utilizzate per unirli. Si trova nelle giunzioni ma può essere presente anche nel cartongesso stesso e nella struttura di rivestimento.
I rischi per la salute
Se nei decenni passati è stato usato per l’isolamento termo-acustico e la resistenza al calore, oggi è ben chiaro che comporta dei pericoli per la nostra salute.
L’amianto floccato è molto friabile, soprattutto se è stato applicato a spruzzo (la bassa coesione determina una forte friabilità).
- I rivestimenti sono facilmente danneggiabili dagli urti e dall’acqua.
- Le polveri si disperdono facilmente nell’aria: diventa un tipo di amianto facile da inalare.
- È più pericoloso rispetto ad altre forme in cui l’asbesto è trattenuto da altri materiali.
- Comporta alti rischi per la salute umana (fonte di patologie respiratorie e tumori).
Quando la polvere di amianto viene rilasciata nell’aria e inalata, le fibre si accumulano nei polmoni, provocando nel tempo cicatrici e infiammazioni.
L’esposizione può variare per durata e frequenza, così come la quantità di materiale tossico inalato può essere maggiore o minore. In ogni caso, il rischio è che l’amianto determini tosse cronica, cancro ai polmoni, asbestosi e la patologia del mesotelioma (un tipo di cancro che colpisce il rivestimento dei polmoni, del cuore o dell’addome). L’asbesto è correlato anche all’insorgenza di versamenti pleurici e altre gravi condizioni patologiche.
Un enorme punto a sfavore che ha decretato la necessità di smantellare l’amianto floccato dai rivestimenti subito – e non è un lavoro di pochi mesi, vista la sua diffusione!
Amianto floccato come si rimuove dagli edifici
Non sempre è facile riconoscere un rivestimento o l’intonaco con l’amianto, quindi è necessario eseguire delle analisi apposite, condotte da professionisti. Se la casa è stata costruita prima degli anni ’80, potrebbe essere stato usato l’amianto nel rivestimento e nell’isolamento termico.
Poiché è pericoloso quando viene intaccato, è bene far testare le strutture ogni volta che si pensa di carteggiare, dipingere, demolire o modificare.
Una volta identificata la sua presenza, l’esigenza di rimozione diventa necessaria, seguendo il tipo di intervento adeguato – sempre in base ai protocolli da seguire per la bonifica amianto.
Per la rimozione dell’amianto floccato o friabile a spruzzo è necessario:
- eseguire una raschiatura manuale delle superfici, tramite raschietti;
- effettuare un intervento sulla base – il primer contenente le fibre di amianto;
- seguire le procedure per i lavori di rimozione ad umido (solitamente con un getto di soluzione liquida a bassa pressione oppure tramite iniezione nei fori all’interno dei materiali)
- usare le procedure necessarie per evitare che le fibre liberate dai lavori, possano contaminare l’aria circostante;
- eliminare i rifiuti prodotti dalla bonifica nei centri autorizzati, al fine di evitare il pericolo della dispersione di fibre.
Ad esempio, in diversi casi si procede al confinamento statico degli ambienti interessati e l’allestimento delle unità di decontaminazione (dei materiali e del personale).
Altri elementi da installare possono essere gli aspiratori che depressurizzano l’ambiente confinato e creano un flusso d’aria che evita la concentrazione delle fibre di amianto nell’aria.
Le operazioni di confinamento o bonifica amianto friabile, devono essere eseguite da esperti, che prendano ogni accortezza per le attività di rimozione e smaltimento dei materiali contenenti asbesto. Sempre nel modo prescritto dalla legislazione vigente in materia.
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